Ottavo suicidio nelle fabbriche di Foxconn, ma tutto bene

12/05/2010 17:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001L’assemblatore asiatico anche dopo l’ottavo “incidente” di questo tipo continua a difendere le pratiche lavorative degli impianti nel sud della Cina, dove si fabbricano prodotti di Apple e di molti altri marchi occidentali.
Aumentano gli “incidenti” che riguardano i giovani lavoratori delle fabbriche Foxconn in Cina, ormai si contano 8 tentativi di suicidio (o sono 6?). Ultimo caso quello del 24enne conosciuto con il soprannome di Chu, deceduto proprio ieri dopo essersi lanciato nel vuoto dalla finestra del suo appartamento.

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Foxconn, che produce apparecchi elettronici per Apple e molti altri marchi occidendali, è da tempo sotto accusa per le condizioni di vita, di lavoro ed umane dei suoi impiegati, spesso costretti ad ore di straordinario, pagate non sempre regolarmente ed in ambienti non adeguati. Naturalmente il problema non è solo dell’azienda principale del settore, anche altre più piccole come KYE (che assembla l’hardware di Microsoft ed altri) obbligano i lavoratori, in qualche caso minorenni, a condizioni insostenibili.

Le aziende occidentali, che guadagnano molto dal basso costo del lavoro in Cina, affermano di controllare i propri fornitori.

“Siamo dispiaciuti di questi continui incidenti” è stata la dichiarazione di Foxconn, azienda dove sarebbero prodotti i Mac mini, iPod, iPhone ed i nuovi iPad.

Aggiornamento del 23/05/2010: la vignetta illustrata accanto mostra un cartello in cima al un palazzo di Foxconn dove si legge “sono vietati i suicidi”. Il dirigente di Foxconn indica il cartello e dice che è stato fatto il massimo per risolvere il problema. L’altro risponde che il problema potrebbe essere il Feng shui.



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