HP cerca di dare in licenza webOS, ora che ha polverizzato Palm

03/06/2011 08:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Scattano sull’attenti tutti i piazzisti di HP, che devono tentare di vendere la licenza del sistema operativo mobile a qualcuno, disperatamente.
Digitando nel browser palm.com, da poche ore, si viene rimbalzati immediatamente su hpwebos.com e solo per una frazione di secondo si vedrà comparire la vecchia favicon tonda di colore arancio, che ha connotato gli ultimi sussulti della vecchia Palm.

Sul sito HP appare ancora Palm? Certo, ma solo perché il nostro browser “intelligente” ha fatto sapere al server di HP che siamo i “poveri” italiani, i quali leggeranno di Palm ancora per un po’. Andando invece direttamente all’indirizzo hpwebos.com/us si capisce qual è l’andazzo.

Uno dei marchi storici della Silicon Valley ha fatto il suo tempo. Da quando è arrivata la “cura” Jon Rubinstein a Sunnyvale si è puntato tutto sul sistema operativo mobile webOS e su smartphone di marginale successo. Poi, 13 mesi fa, sono piombati su Palm 1,2 miliardi di dollari di HP e l’azienda è diventata una costola del produttore numero 1 al mondo di computer.

Per la verità, che si andasse in questa direzione, lo si era intuito già in febbraio, quando HP cominciava a fare pulizia dei rimasugli di Palm.

Ieri il CEO di HP, Léo Apotheker, si è fatto intervistare al D9 ed ha annunciato che è alla ricerca di aziende interessate a prendere in licenza webOS come sistema operativo mobile. Vana speranza con un Android imperante, un Windows Phone pieno di speranze ed un iOS vincente (che Apple non darà in licenza a chicchessia). Rubinstein, con tanto senso della misura, ha però spiegato meglio: “ci saranno un paio di partner”.

HP continua a non essere chiara sulla possibilità che webOS sia installato anche nei PC. A che livello e con quale interazione non lo sappiamo ancora.

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