Dev iPhone ed il difetto di comunicazione di Apple

08/08/2008 08:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Monta la protesta. Chi crea software ha poche strade per raggiungere Cupertino e discutere con loro sulle opportunità e tecnologie. Gli accordi vogliono segretezza con il resto del mondo ma anche per loro Apple non c’è.
Si dice che Apple abbia il pieno controllo delle applicazioni che vengono distribuite attraverso App Store, invece sono arrivate alla vendita soluzioni come il modem wireless “NetShare”, la costosa burla di “I am rich” (della quale accennavamo ieri) ed il gratuito “BoxOffice”, capace innocentemente di segnalare i film programmati nelle sale cinematografiche USA.

Quando a Cupertino se ne sono accorti le hanno tolte dal negozio multimediale, senza fornire motivazioni all’esterno, sviluppatori coinvolti compresi.

Il rapporto con gli programmatori per l’iPhone non sono uguali per tutti, una parte (forse minoritaria) è molto arrabbiata, questi non riescono ad avere un rapporto di collaborazione con Apple ed ogni domanda che pongono resta sempre senza risposta. Ribadiamo, stiamo parlando di sviluppatori, non di altre categorie… questa è un’altra storia.

La “gallina dalle uova d’oro” App Store si sta rivelando come un ottimo strumento per fare soldi con applicazioni, anche se da pochi dollari/euro. Molti programmatori si stanno dirigendo verso l’iPhone per creare software redditizi, grazie ai grandi numeri dei download riscontrati su questa piattaforma.

Un bel muro di gomma anche per loro, invece. Pare che non riescano ad ottenere assistenza sui dubbi che si presentano durante la programmazione.

Apple richiede a tutti gli sviluppatori che fanno uso degli strumenti di programmazione per iPhone di tacere con chiunque delle funzioni ed esperienze d’uso. Cinque secondi netti dopo la disponibilità della prima versione (beta) dell’SDK erano già emersi tutti i particolari.

Se Apple non collabora e se tra loro non possono scambiarsi idee, come può crescere la piattaforma?

I più arrabbiati tra questi sviluppatori, come Justin Williams, hanno creato con ironia un luogo per le proteste (nome del sito non traducibile, ma non si tratta propriamente di un complimento all’accordo di segretezza).



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