Greenpeace risponde punto su punto a Steve Jobs

08/05/2007 17:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Gli unici punti deludenti sono ancora i riciclaggi e smaltimenti di tutti i prodotti Apple, non solo iPod, in ogni luogo del pianeta dove vengono venduti. Poi le promesse sono attese al varco.

Gli unici punti deludenti sono ancora i riciclaggi e smaltimenti di tutti i prodotti Apple, non solo iPod, in ogni luogo del pianeta dove vengono venduti. Poi le promesse sono attese al varco.
 
In attesa della nuova classifica dei marchi elettronici, che Greeenpeace stilerà in giugno e non prima, ecco la risposta diretta dell'associazione ambientalista alla lettera di Steve Jobs.

A seguito dell'apprezzabile dichiarazione del CEO di Apple il nuovo voto preliminare indicato da Greenpeace saliva a 5 decimi con la possibilità di aumentare alla verifica delle buone intenzioni, con prodotti reali privi di sostanze inquinanti.

Ora Greenpeace risponde punto su punto alle questioni affrontate da Jobs nel dichiarare che "Apple è già verde ma lo sarà ulteriormente".

Innanzitutto è apprezzabile che Jobs abbia portato, in un raro caso, fuori dal buio della comunicazione Apple, sia per gli azionisti che per tutti gli altri, Greenpeace chiedeva questo a Cupertino da quattro anni.

Sul piombo Apple dimostra a tutto il settore come si deve procedere per l'eliminazione di questo materiale pericoloso dai prodotti.

Sul cadmio Greenpeace si felicita che Apple segua le norme ma viene fatto notare che gli ecologisti si aspettano di più dall'azienda che produce i Mac. Il decaBDE e il nonBDE sono ancora presenti in piccole parti sui MacBook, sarebbe molto meglio indicare chiaramente tali sostanze come fanno già Nokia e Dell.

Apple rispetta le normative europee RoHS ma altre aziende hanno fatto di più e prima per guadagnarsi la leadership dei marchi "ecologici"

Sull'arsenico e mercurio Apple dichiara di eliminarli ma Greenpeace glielo chiedeva da quattro anni, nel frattempo Dell e Lenovo lo hanno già fatto con l'arsenico.

Le scelte di Apple di convertire la tecnologia dei display dall'LCD al LED è condivisa da Greenpeace.

PVC e BFR spariranno dai prodotti Apple entro la fine del 2008, anche in questo caso Greenpeace festeggia. Ad oggi il PVC è sparito solo dagli imballi e dagli accessori Apple, altri come Nokia, Motorola e Sony Ericsson producono telefoni cellulari privi di queste sostanze. Certo, Apple non fa telefoni cellulari… ancora per un mese abbondante, Greenpeace si augura che l'iPhone sia il primo hardware Apple completamente privo di sostanze tossiche.

Se Dell, HP e Lenovo hanno pianificato alla luce del sole fin dal 2006 la conversione ai prodotti ecologici, ora che anche Apple lo ha fatto, meriterà voti superiori nella prossima classifica di Greenpeace.

Sul riciclaggio Apple ha promesso di migliorare, altri come Dell e Lenovo riciclano i loro prodotti a livello mondiale e Greenpeace chiede che anche a Cupertino facciano passi in questa direzione. HP nel 2006 saliva ai vertici della classifica per essersi impegnata su questo argomento.

Greenpeace si compiace della quantità sempre minore di e-wasting creato da Apple, simile a quelle di HP e Dell. Gli ecologisti lanciano la sfida: vediamo chi sarà più bravo di tutti.

Non solo iPod e non solo Stati Uniti, questo è quello che Greenpeace chiede ad Apple, invitando l'azienda di Jobs a ritirare e smaltire correttamente (gratuitamente) anche i Mac e gli altri prodotti, in ogni angolo del pianeta.

In conclusione, siccome gli utenti di Apple chiedono all'azienda di Cupertino computer di livello superiore agli altri PC, Greenpeace chiede ad Apple si fare più dei concorrenti sugli argomenti ecologici, eccedendo le aspettative di tutti. Greenpeace vuole una Apple "verde fin nel midollo", forza!

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