Video violenti su Google, accusa di complicità

24/11/2006 23:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Con uno scatto felino la magistratura, oggi, ha ordinato di fare visita a Google Italia per accusare i rappresentanti legali del motore di ricerca californiano di aver omesso il controllo sui filmati ospitati sui server.

Con uno scatto felino la magistratura, oggi, ha ordinato di fare visita a Google Italia per accusare i rappresentanti legali del motore di ricerca californiano di aver omesso il controllo sui filmati ospitati sui server.
 
Due settimane fa scoppiava il caso del video amatoriale pubblicato su Google.
 
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Un ragazzo affetto dalla sindrome di Down, nell'istituto torinese Steiner, veniva malmenato da suoi coetanei i quali, non contenti, riprendevano la bravata con una videocamera e poi mettevano online il filmato sui server di Google Video

Tutto partiva dalla denuncia dell'associazione Vivi Down. Successivamente venivano individuati quattro minorenni di quella scuola.

Nella serata di oggi i P.M. Francesco Cajani e Alfredo Robledo, della Procura di Milano, hanno agito contro la sede italiana di Google, a Milano.

E' evidente che il giudizio su filmati di questo tipo non può che essere negativo ma il discorso si amplia alla questione della censura di Internet.

L'accusa rivolta ai due rappresentanti legali di Google Italia, succedutosi durante il periodo di tempo interessato, sarebbe quella di "mancata vigilanza" rispetto ai contenuti dei filmati e, in base all'articolo 40 del codice penale, i responsabili della struttura si sarebbero resi correi del crimine di diffamazione aggravata a mezzo Internet.

Il problema dei dati che risiedono sui server di società non italiane, come Google che ha sede a Mountain View in California, non nasce adesso. Google Italia aveva promesso fin dalla scorsa primavera una maggiore collaborazione con le autorità italiane riguardo, in quel caso, la privacy dei suoi utilizzatori. Da allora nulla è cambiato.

Da parte di Google Italia la giustificazione di una specie di territorio neutrale viene tirata in ballo per il fatto che i server sarebbero localizzati negli Stati Uniti (è però noto che i mirror sono distribuiti in tutto il pianeta, ndr), quindi Google Inc. risponderebbe solo alla legislazione statunitense.

Da parte del legislatori non si fa nulla per regolamentare in modo efficace Internet, i suoi contenuti e le modalità d'utilizzo, pur non cadendo nella troppo facile scelta di censurare quando affiora l'incapacità di agire diversamente.

Google, YouTube, MySpace, BitTorrent e tanti altri sistemi popolari su Internet contengono file a vario modo illegali (musica o filmati coperti da copyright, che testimoniano aggressioni, pedofilia o pubblico ludibrio, solo per citare i casi più comuni), tuttavia molte altre risorse sono completamente legittimate a stare su questi server, ad essere condivise, scambiate, etc.

Che fare quindi?

Per ora questi siti, tra una denuncia e l'altra, adottano il sistema dell'eliminazione dei file solo quando affiora una controversia (Stati Uniti compresi), la verifica preventiva non esiste e sarebbe difficile ipotizzare che dei controllori verifichino ogni musica, filmato, testo o software pubblicato.

E' necessario pensare a soluzioni diverse, dopo aver compreso con dovizia di particolari cos'è Internet e come funziona. E' semplicemente inadeguato applicare le attuali norme.



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